Visita Strade di Siena e per un viaggio nei siti Unesco
Silvia Livoni
Luoghi naturali e culturali che non si possono visitare che così, a ritmo lento, nel silenzio del proprio respiro, a piedi o in bici, consapevoli che la meta del proprio tragitto ha più motivazioni: giungere al traguardo del nostro percorso e ammirare una o più meraviglie del mondo che costellano la nostra regione.
Se Unesco riconosce nel patrimonio l’eredità del passato di cui oggi noi beneficiamo e che dobbiamo proteggere, tutelare e trasmettere alle generazioni future non possiamo pensare a modalità diverse per godere tali beni se non osservandoli, percorrendoli e lasciandoli incontaminati vivendoli camminando o pedalando.
L’Italia ne vanta 58 e la Toscana 8, quattro di questi li viviamo sulle Strade di Siena.
Cominciando da San Gimignano, iscritto alla lista del Patrimonio Mondiale nel 1990 con il suo centro storico di eccezionale valore architettonico caratterizzato dalle 14 torri rimaste intatte delle 72 costruite dalle famiglie gentilizie come simbolo di ricchezza e potere.
Spesso nominata la Manhattan del medioevo oggi la possiamo osservare e visitare da percorsi come la Francigena, o possiamo apprezzarne lo skyline pedalando lungo il Grand Tour Val di Merse
Ci spostiamo di qualche chilometro e troviamo Siena che nel 1995 diventata parte dei Siti Unesco tenuto conto del suo stato di conservazione e autenticità storica per una città delle sue dimensioni, mantenendo l’estensione pressoché inalterata ed il numero di abitanti proporzionato per essere vista come un’opera d’arte perfettamente integrata nel paesaggio circostante.
Quali percorsi passano da Siena o ci portano a Siena? Faremmo prima a dire quali itinerari non ci portano a varcare una delle significative porte della città, ma ci sentiamo di consigliare almeno l’Anello del Centro Storico per vederla con le due ruote e Camminare allunga la Vita un piacevolissimo percorso da fare a piedi con un anello di poco più di 5 km.
Il consiglio è di visitarla in questi mesi invernali, intervallando l’attività active ai sapori senesi e immergendosi completamente nella storia, nella cultura e nell’arte di questa città con un viaggio nella storia dell’arte dal tardo Medioevo al Novecento grazie alla mostra Arte Senese esposta a Santa Maria della Scala fino all’8 gennaio.
Il 1996 vede Pienza incoronata tra le regine meritevoli di visita per Unesco come prima cittadina ad essere ridisegnata secondo i concetti urbanistici rinascimentali. Un felice connubio che conserva il piano urbanistico medievale impreziosito da una piazza trapezoidale, la cattedrale e importarti nobili palazzi. Un nuovo concetto di ‘città ideale’ che sarà di ispirazione nella progettazione di città in Italia e all’estero. Ci arriviamo in bici con almeno tre bellissimi itinerari, diversissimi tra loro ma con un comune denominatore, una sosta enogastronomica che unisce ed abbina alla perfezione il pecorino di Pienza stagionato ed affinato in barrique ai vini del territorio che in quelle barrique probabilmente sono già passati.
In sella pedalando non solo verso la ‘città ideale’ ma attraversando un paesaggio ideale che scopre segreti e curve mentre pedaliamo il Grand Tour alla scoperta del Gigante Bianco , o mentre facciamo una piccola deviazione dal percorso di Strade Bianche, o se partiamo per fare uno dei tour ‘cartolina’ della Val d’Orcia come Ciclofficine del Teatro Povero.
Il 2004 è l’anno della Val d’Orcia, è l’anno del riconoscimento di una bellezza nota a tutti, che rispecchia quegli ideali di ‘buon governo’ che sembra custode di regole auree per l’equilibrio, l’eleganza delle forme, di paesaggi agricoli e pastorali, delle fattorie e poderi, della via Francigena, dei villaggi fortificati.
Per vivere al meglio la Val d’Orcia bisognerebbe non seguire nessun percorso, semplicemente perdersi alla ricerca di ciò che più amiamo e desideriamo vedere e rivedere.
Scegliere di buttarsi nel vento in discesa pedalando da San Quirico girando nella stradina bianca per raggiungere la Cappella della Madonna di Vitaleta e poi scendere fino alla Cassia per risalire a Bagno Vignoni, o ancora partire dalla Fortezza di Montalcino alla ricerca dell’Abbazia di Sant’Antimo lungo strade costeggiate da viti e uliveti intravedendo l’Abbazia medievale dall’alto ma accorgendosi della sua maestosità solo quando ai suoi piedi. O scoprendo una Val d’Orcia altrettanto vera e autentica ma diversa, partendo dalla Rocca di Radicofani e fermarsi a La Posta Medicea, antica stazione di sosta per i viandanti sulla Francigena utilizzata per il cambio cavalli o per abbeverarli, ed in tempi moderni sarà perfetto per riempire le borracce e dare tregua alle nostre due ruote.
A piedi o a pedali vi auguriamo di perdervi nei Patrimoni dell’Umanità.
Silvia Livoni