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Via Francigena - Pedalare Dentro la Storia

La Via Francigena nel medioevo era una delle principali vie di comunicazione, un “cammino”, inteso non solo come strada ma, soprattutto, come percorso spirituale e di conoscenza, opportunità di scambi culturali oltre che commerciali, occasione di incontri e di riflessione.

Negli oltre 100 km del tratto senese la via Francigena attraversa la provincia di Siena da nord fino all’ingresso nel Lazio. Il viaggiatore del XXI secolo, che la percorre a ritmo lento, accompagnato dalla propria motivazione, non la troverà tanto diversa da quella descritta da Sigerico nel suo “Itinerarium”, un diario con una straordinaria testimonianza della Via del X secolo, e potrà percorrerla a piedi, come un moderno viandante, ma anche in bicicletta o a cavallo.

Quale meta migliore puoi scegliere da fare su due ruote? Pedalando potrai godere di quanto queste terre offrono: 4 siti Unesco, vivaci borghi e città ricchi di storia e opere d’arte, come San Gimignano, Poggibonsi, Colle di Val d’Elsa, Monteriggioni, Siena, Monteroni d’Arbia, Buonconvento, San Quirico d’Orcia, Castiglioni d’Orcia, Radicofani e San Casciano dei Bagni. L’itinerario si spinge quindi fino a Proceno, porta di ingresso nel Lazio, cittadina di origine etrusca, la cui fondazione, si narra, sia stata voluta da Porsenna, Lucumone di Chiusi.

Arte, cultura, paesaggio, acque termali, buon cibo, prodotti e vini d’eccellenza per gratificarti dopo una giornata in sella.

Attraversare queste Terre sarà un’esperienza unica, un viaggio emozionante, una pedalata indimenticabile dentro la storia.

Aree Attraversate

Il profilo delle torri di San Gimignano, su un cielo di inizio estate all’imbrunire, potrebbe essere l’immagine iconica di questa terra, ma c’è molto altro che potrai cercare e trovare in Val d’Elsa, oltre a gioielli d’arte come Colle Val d’Elsa, Monteriggioni e la conosciutissima San Gimignano.

La Val d’Elsa è terra semplice, dolce e profumata di Vernaccia; è terra di gente operosa, che ha disegnato con il lavoro colline di olivi e vigne, gente che utilizzando quanto la natura sa offrire ha dato vita nei secoli a cartiere, cristalli preziosi ed opere d’arte. La val d’Elsa è patria di un genio precursore quale Arnolfo di Cambio, architetto, scultore e pittore.

Per chi non si accontenta di viaggiare in superficie la Val d’Elsa si rivelerà un vero gioiello, allontanandosi dagli angoli più conosciuti, dagli “scorci da cartolina” vi troverete in cammini da sogno, in una campagna solare e aperta, cullati dalle colline, accolti dalla pietra di poderi, pievi e piccoli borghi che vi inviteranno ad una sosta, chiedendovi di prendervi tempo, di riprendervi “il tempo”.

Di Siena e della sua armoniosa bellezza, hanno scritto in tanti, in tutti i tempi, ed è difficile inventarsi parole nuove per descriverne il fascino, soprattutto se non si è poeti. L’UNESCO l’ha dichiarata nel 1995 Patrimonio Mondiale dell’Umanità.

José Saramago, scrittore portoghese e premio Nobel, era innamorato della Città e le ha dedicato parole che la descrivono con pennellate di emozione e passione profonde:

“Ed ecco Siena, la beneamata, la città dove il mio cuore si compiace veramente”. “Le tre colline su cui è costruita ne fanno una città dove non esistono due strade uguali, tutte contrarie ad assoggettarsi a qualsiasi geometria”. “Questo meraviglioso colore, il colore del corpo brunito dal sole, ma che è anche il colore della crosta del pane di granturco, questo colore meraviglioso va dalle pietre alla strada e ai tetti, addolcisce la luce del sole e si cancella dal viso le ansie e i timori”.

“Non può esservi nulla di più bello di questa città”. Piazza del Campo “una piazza inclinata e curva come una conchiglia, che i costruttori non vollero spianare ed è rimasta così, come se fosse un grembo”.

“Guardo i vecchi palazzi di Siena, case antichissime dove vorrei poter vivere un giorno, con una finestra tutta mia, affacciata sui tetti color argilla, sulle persiane verdi delle finestre, come nel tentativo di decifrare da dove venga questo segreto che Siena mormora e che io continuerò a sentire, benché non lo capisca, fino alla fine della vita”.

Le Crete Senesi sono paesaggio di terra. Pioggia e vento hanno modellato e disegnato le colline d’argilla come lo scorrere del tempo su un volto le rughe: asprezza e dolcezza, rotondità e spigoli, solchi profondi e leggeri pendii, i segni di una lunghissima vita vissuta intensamente.

Le Crete Senesi sono paesaggio di mare quando, verde d’erba, carezzata dal vento la distesa di colline sembra muoversi: onde, a perdita d’occhio, fino all’orizzonte. Un’illusione di infinito, uno spazio cristallizzato e immobile, che estrania l’anima. Poi… si alza un vento più forte e le nuvole corrono cambiando i colori al paesaggio, si muove un gregge, si riflette il sole sulla finestra di un isolato podere con accanto un cipresso, si aprono sterrati come cicatrici nel verde.

Luoghi ideali se si cerca di allontanarsi dal mondo, come fece Giovanni Tolomei, di importante e ricca famiglia senese, che nel 1313 trovò il suo luogo nel “deserto di Accona”, dove fondò l’Abbazia di Monte Oliveto Maggiore, non lontano dal tracciato della Via Francigena che si snodava più a valle, dove l’acqua muoveva mulini e dava all’uomo i mezzi per vincere la natura.

La Via Francigena attraversa gran parte del territorio del Parco Artistico Naturale e Culturale della Val d’Orcia, un paesaggio ancora quasi identico a quello che attraversava il viaggiatore del medioevo. Rocche, castelli, pievi, abbazie, poderi, colline, cipressi, boschi, acque: immagini conosciute in tutto il mondo e che tutto il mondo identifica come esempio massimo di armonia tra uomo e natura.

Nel 2004 l’Unesco dichiara la Val d’Orcia Patrimonio Mondiale dell’Umanità con una motivazione esemplare per capire il valore e la bellezza di questa terra: “La Val d’Orcia è un eccezionale esempio del ridisegno del paesaggio nel Rinascimento, che illustra gli ideali di buon governo nei secoli XIV e XV della città-stato italiana e la ricerca estetica che ne ha guidato la concezione.

La Val d’Orcia, connubio di arte e paesaggio, spazio geografico ed ecosistema, è l’espressione di meravigliose caratteristiche naturali ma è anche il risultato e la testimonianza della gente che vi abita. Tra il paesaggio duro, accidentato delle crete e quello più morbido delle colline dove la macchia mediterranea, i vigneti, gli uliveti, le coltivazioni promiscue si scambiano e si intersecano in affreschi di rara bellezza, si comprende con chiarezza come e quanto abbia pesato la consapevolezza dell’uomo di dipendere, nelle sue opere, dalle risorse dell’ambiente circostante e dal loro utilizzo in modo non distruttivo”.