Strade di Siena > VIA CATERINIANA – Caterina e i Domenicani |

Donna dal carisma eccezionale, Santa Caterina da Siena ha sempre esercitato, sin da quando era in vita, un fascino irresistibile sulle persone che si sono imbattute in lei. L’energia, l’amore, l’attenzione ai bisogni dei poveri e degli ammalati, la gioia e la sua pace profonda attraevano uomini e donne a seguirla, a percorrere gli stessi passi, lo stesso cammino che l’aveva resa capace di vivere con tanta intensità.

Nata nel 1347 dal tintore Jacopo Benincasa e da Lapa di Puccio de’ Piacenti, a sette anni ebbe la prima visione di Cristo. L’esperienza segnò la sua vita così profondamente che ella decise di fare voto di verginità perpetua, scegliendo di consacrarsi unicamente a Lui, contro la volontà della famiglia. A sedici anni ricevette quindi l’abito del Terz’ordine domenicano e la sua esistenza proseguì nella penitenza e nella preghiera. A venti anni imparò a leggere, dettò le prime lettere, ebbe inizio la sua attività caritativa verso poveri, malati e carcerati, spesso ripagata da ingratitudine e calunnie. La sua figura iniziò ad attrarre i primi discepoli, chiamati per scherno “caterinati”. Quando la fama della sua santità si diffuse, fu protagonista di un’intensa attività di consiglio spirituale nei confronti di ogni categoria di persone: nobili e uomini politici, artisti e gente del popolo, persone consacrate, ecclesiastici, compreso il papa Gregorio XI che in quel periodo risiedeva ad Avignone e che Caterina esortò energicamente ed efficacemente a far ritorno a Roma. I suoi richiami si estesero poi anche a prìncipi e uomini politici dell’Europa del suo tempo, dilaniata da lotte intestine, affinché si impegnassero attivamente nel ristabilimento della pace e nella costruzione di una società fondata sui valori cristiani. Alla morte di Gregorio XI, il successore Urbano VI fu osteggiato nel collegio dei cardinali che elessero come antipapa Clemente VII, dando inizio allo scisma d’occidente. Caterina esercitò tutta la propria energia per far riconoscere l’autorità di Urbano VI e si consumò nel dolore per la Chiesa divisa, morendo il 29 aprile 1380 all’età di 33 anni. Fu proclamata santa nel 1461 dal papa senese Pio II,  patrona d’Italia da Pio XII, dottore della Chiesa Universale da Paolo VI e patrona d’Europa da Giovanni Paolo II, a testimonianza di una grandezza spirituale che ha travalicato i secoli.

Il passaggio della santa ha segnato indelebilmente le stesse “pietre” della città di Siena, le sue vie e i suoi edifici, cosicché oggi a noi è permesso di metterci sui suoi passi, sia in senso fisico che spirituale. Pur essendo consacrata a Dio, Caterina partecipò pienamente alla vita sociale del suo tempo, perciò ella rappresenta un’ottima guida per entrare nello spirito, nello splendore, nella cultura e nel potere della Siena del Trecento, all’epoca una delle città più insigni d’Europa.

Questo percorso permetterà di scoprire i luoghi della città maggiormente legati alla figura di Caterina, ripercorrendo attraverso di essi la sua straordinaria vicenda umana e spirituale.

Aree Attraversate

Di Siena e della sua armoniosa bellezza, hanno scritto in tanti, in tutti i tempi, ed è difficile inventarsi parole nuove per descriverne il fascino, soprattutto se non si è poeti. L’UNESCO l’ha dichiarata nel 1995 Patrimonio Mondiale dell’Umanità.

José Saramago, scrittore portoghese e premio Nobel, era innamorato della Città e le ha dedicato parole che la descrivono con pennellate di emozione e passione profonde:

“Ed ecco Siena, la beneamata, la città dove il mio cuore si compiace veramente”. “Le tre colline su cui è costruita ne fanno una città dove non esistono due strade uguali, tutte contrarie ad assoggettarsi a qualsiasi geometria”. “Questo meraviglioso colore, il colore del corpo brunito dal sole, ma che è anche il colore della crosta del pane di granturco, questo colore meraviglioso va dalle pietre alla strada e ai tetti, addolcisce la luce del sole e si cancella dal viso le ansie e i timori”.

“Non può esservi nulla di più bello di questa città”. Piazza del Campo “una piazza inclinata e curva come una conchiglia, che i costruttori non vollero spianare ed è rimasta così, come se fosse un grembo”.

“Guardo i vecchi palazzi di Siena, case antichissime dove vorrei poter vivere un giorno, con una finestra tutta mia, affacciata sui tetti color argilla, sulle persiane verdi delle finestre, come nel tentativo di decifrare da dove venga questo segreto che Siena mormora e che io continuerò a sentire, benché non lo capisca, fino alla fine della vita”.